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Piante velenose
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Clematis

Clematis alpina Miller
(= Atragene alpina L.)

Clematide alpina, Vitalbino dei sassi

Forma biologica: Fanerofita scaposa.

Descrizione: Pianta perenne a portamento lianiforme, con radici pollonifere (possibilità di generare altre piante direttamente dalla radice stessa). Fusti legnosi-lianosi, volubili, lunghi qualche metro, di color verde bruno da giovani, poi rossicci, lisci, solcati . longitudinalmente e a sezione grossolanamente esagonale. Gemme grosse, verticillate, ogivali, ad apice acuminato e provviste di brattee rossicce. Foglie opposte (a volte verticillate), lungamente peduncolate, talora a picciolo volubile, doppiamente ternate e lunghe 4-8 cm, ovali o romboidali, più o meno appuntite, a margine seghettato o dentato; lamina glabra verde chiaro.
Fiori ascellari, singoli, a lungo peduncolo (5-15 cm), solitamente reclinati verso il basso, provvisti di falsa corolla campanulata formata da 4 sepali petaloidi, color azzurro- violetto, ma talvolta celeste; petali trasformati in nettarii, spatolati o staminoidi, lunghi metà dei sepali, di color bianco-giallastro.
Frutti ad achenio piumoso, lunghi circa 3 cm, riuniti in un sincarpo fino a 100 elementi.

Antesi: maggio-agosto.

Tipo corologico: elemento artico-alpino ad ampio areale di diffusione, però sporadico e con areale frammentato.

Distribuzione in Italia: presente sulle Alpi occidentali,
Liguria inclusa; le segnalazioni di presenza sull'Appennino settentrionale sono molto vecchie (anteriori al 1900) e in seguito non più confermate; assente nelle Alpi centrali, ricompare nelle montagne del Triveneto, come appendice meridionale di un nucleo areale austro-pannonico.

Habitat: pianta nè frequente nè socievole, è localmente presente nello strato arbustivo del sottobosco, nei cespuglieti alpini, nelle boscaglie subalpine e su pendii rocciosi, da 800 a 1900 m, di preferenza su calcare.

Note: per l'etimologia si rimanda alla scheda di Clematis vitalba; si ricorda che C. alpina é pianta altamente velenosa per il contenuto di alcaloidi, come tutte le altre congeneri.

 

Clematis flammula L.

Famiglia: Ranunculaceae
Nome volgare:Vitalba fiammella, Clematide fiammola, viticcio.
Etimologia: Il nome del genere dal greco:Klematìs= sarmento,alludendo al portamento;il nome specifico dal latino: Flammula=fiammella

Caratteri morfologici:

Pianta arbustiva rampicante, perenne, alta fino a 5 m, con fusti legnosi alla base,volubili ed angolosi in alto.La radice è un rizoma legnoso.
Foglie decidue, opposte, bipennate, con segmenti da oblunghi a rotondeggianti, interi o trilobati. Sono i picciuoli delle foglie,che avvolgendosi attorno a sostegni, permettono alla pianta di arrampicarsi.
Fiori formanti una pannocchia, con 4 sepali petaloidei bianco panna,di forma vagamente ellittica, pubescenti nella faccia inferiore e numerosi stami al centro. Fiori molto profumati
Frutto: è formato da molti acheni, appiattiti,recanti all’apice una lunga resta piumosa.

Periodo di fioritura: maggio-agosto
Habitat e diffusione:macchie, leccete, garighe, cespugli, siepi. Comune in tutta la regione mediterranea. In Italia non è presente in Sicilia e nelle zone non caratterizzate da clima mediterraneo.

 

 

Clematis vitalba L.
( = Clematis bellojocensis Gandoger, Clematis dumosa Gandoger, Clematis odontophylla Gandoger, Clematis scandens Borckh., Clematis transiens Gandoger)

Vitalba, Clematide comune, Ticchi, Viorna, Vidaelba.

Forma biologica: P.lian - fanerofite lianose (Piante lianose incapaci di reggersi da sole e quindi comportamento rampicante).

Descrizione: Pianta perenne con fusto legnoso, lianoso a sezione stellata, che può raggiungere anche i 15 mt.di lunghezza, fascicolata, rampicante e vigorosa, con rizoma grosso e nodoso.
Foglie opposte suddivise in 3 o 5 segmenti imparipennati, di forma lanceolata od ovata con margine intero o dentellato e peduncoli ingrossati alla base. Fiori eretti giallastri o bianco verdastri con diametro di 2-3,5 cm, dal profumo intenso. Sono riuniti in infiorescenza a pannocchia, situati all’ascella o all’estremità dei rami, con 4 o 5 sepali petaloidei pubescenti su entrambe le facce con stami e carpelli numerosi.
I frutti sono piccoli acheni ovoidei con lunga resta piumosa argentea, arricciata all’apice.

Antesi: Maggio - Agosto, a seconda l’altitudine. Impollinazione anemofila.

Tipo corologico: Europeo-Caucasico

Distribuzione in Italia : Presente in tutto il territorio.

Habitat: Cresce in ambienti sieposi , incolti, in boschi di latifoglie, in luoghi selvatici, nelle macchie a tipo temperato, al margine di fiumi e di canali. Si adatta alla maggior parte dei suoli ed ha la capacità di ricolonizzarsi repentinamente con invadenza, diventando talora pianta infestante. Sino a 1.300 m.

Note di sistematica: specie simili sono la Clematis recta L. - Clematide eretta, che si distingue per il fusto eretto, in parte legnoso ed in parte erbaceo, non rampicante, con tepali glabri, a bordi pubescenti ed antere lunghe 2,5- 4 mm., ed è dotata di proprietà simili a quelle della Clematis vitalba e
Clematis flammula L. , specie diffusa nelle zone mediterranee, che si distingue per le dimensioni inferiori, per le foglie bipennatosette e per i petali pubescenti solo sulla faccia esterna.

Etimologia: Il termine Clematis deriva dal greco "klema -atos "="pezzo di legno flessibile, pianta sarmentosa," a indicare il portamento della pianta ,mentre vitalba dal latino "vitis-alba"="vite bianca" riferendosi o alle infiorescenze biancastre o all’infruttescenza piumosa argentea.

Proprietà ed utilizzi: Pianta che contiene alcaloidi, saponine ed in particolare anemonina. Questa pericolosa miscela di sostanze procura al contatto della pelle ulcerazioni ed irritazioni cutanee.
Come pianta medicinale, un tempo, venivano usate le foglie fresche in cataplasmi, quale revulsivo contro artriti, sciatiche e contusioni, mentre le foglie essicate, come diuretico e depurativo.
Anticamente, nella cura della scabbia si usava l' olio ricavato dalla macerazione delle foglie. Alcuni mendicanti usavano le foglie, procurandosi ulcerazioni per impietosire maggiormente i passanti, onde il nome popolare di”erba dei cenciosi”. I fusti secchi della pianta venivano usati come sigari, provocando infiammazioni alle mucose della bocca e della gola.
Per uso alimentare si è tramandata fino ad oggi l’abitudine di utilizzare in cucina i giovani germogli, cotti, con olio ,sale e limone oppure per fare frittate o zuppe.(Esclusivamente quelli molto giovani, quando le sostanze tossiche sono presenti in minima quantità).
Come per la maggior parte delle Ranunculaceae la cautela è d’obbligo. Oggi, fortunatamente in campo erboristico l’impiego di questa pianta è stato completamente sostituito da piante con le stesse proprietà, ma con minori controindicazioni.
Quale pianta lianosa viene impiegata,ancor oggi, nella fabbricazione di cesti e coroncine per vari usi.
Inoltre le belle infruttescenze argentate vengono usate nelle composizioni floreali secche.

Curiosità: La Clematis vitalba è anche uno dei fiori di Bach. E’ il fiore dei sognatori, degli addormentati, di coloro che hanno uno scarso interesse per la vita. E’ il fiore per le persone che tendono ad essere altrove con la mente, in fantasie personali, in illusioni su un futuro migliore e scarso interesse per il mondo presente. Quasi tutti gli artisti sono Clematis, è il fiore dell’artista, del creativo, dello scrittore e di colui che cerca ispirazione.
Nel linguaggio dei fiori, la vitalba indica l’intelligenza limpida e onesta.

Clematis viticella L.

Vitalba paonazza, vitalbino

Forma biologica: Fanerofita lianosa ( pianta legnosa incapace di reggersi da sola e quindi con portamento rampicante).

Descrizione : Pianta a fusto volubile, rampicante fino a 4 -5 metri, legnosa alla base e fibrosa ed elastica nella parte superiore. Le foglie composte divise in segmenti da ovato cuneate a lineari oblunghe, a margine intero, opposte. Fiori singoli, penduli con 4 grandi petali violetti, sfumati di rosa e biancastri alla base, muniti di 3 nervature su lato esterno. Frutti acheni con capolino globoso, non piumoso, muniti di 15 -20 elementi, a punta acuta, contenenti semi neri.

Antesi: giugno- agosto

Tipo corologico: Sud-europea - Centro-asiatica

Distribuzione in Italia: presente nell’Italia settentrionale,centrale e meridionale. Piuttosto rara.

Habitat: essendo una pianta lianosa, è legata originariamente a siepi, arbusteti, macchie di cespugli, boschi, ma in luoghi prettamente umidi.

Note di sistematica: Della Clematis viticella L. esiste la Clematis scandens (Huter, Porta e Rigo) O. Kuntze , la quale ha fiori e foglie più piccole, ed inoltre distintamente pelose nella pagina inferiore.

Etimologia: Deriva dal greco klema (viticcio)- atas (legno) perciò legno flessibile.

Curiosità: Pianta molto tossica, anche dopo cottura. Fare attenzione coi giovani germogli, da non confonde con la Clematis vitalba.
Questa specie è molto utilizzata per le ibridazioni, poiché è molto resistente a malattie e parassiti.
In passato, i rami delle vitalbe, raccolti nel periodo autunnale, privi delle loro foglie, venivano usati per lavori di intreccio, quali panieri, cesti, coroncine, sfruttando la loro flessibilità.